Nel quartiere di Castelnuovo la Chiesa parrocchiale di S. Giovanni Battista. Nel 1370 è semplice “Rettoria”. Presenta un aspetto trecentesco a due navate. Sorge all’interno dell’antica cinta muraria, a ridosso della vicina Porta Angioina, sormontata dal possente campanile quattrocentesco con tre campane di varie dimensioni ed archi pensili in cotto forse di scuola lombarda.
La facciata con tetto a capanna mostra un piccolo portale in pietra con arco a sesto acuto decentrato (XIV sec.); al di sopra, due finestroni circolari. Secondo il Palma l’edificio in origine sarebbe stato composto da tre navate a più campate perché disposto in senso trasversale. La navata destra fu aggiunta nel XV secolo.

All’interno l’interessante ciclo di affreschi votivi quattrocenteschi attribuiti a Giacomo da Campli e a Fra Marino Angeli da S. Vittoria in Matenano (FM). Tra i soggetti raffigurati: una “Madonna di Loreto” dipinta, secondo l’iconografia umbro-marchigiana, sotto un baldacchino o nicchia (a simboleggiare la S. Casa); un “S. Amico di Rambona” (su una colonna che divide le navate); un “S. Eleuterio papa”. Il “S. Cosma” forse opera di Stefano Folchetti. Ai lati della controfacciata due edicole; in una di esse trova posto un fonte battesimale. La statua lignea di S. Giovanni Battista (XIV sec.) è esposta al Museo Nazionale d’Abruzzo de L’Aquila. Il soffitto realizzato a capriate lignee e mattoni è interamente decorato da motivi geometrici e gigli che richiamano un cielo stellato.

Notevoli i due altari cinquecenteschi in legno dorato (provenienti dalla distrutta Chiesa di S. Antonio Abate di Castelnuovo). Il primo ospita una “Crocifissione”, pala contornata da dipinti raffiguranti “Scene della Passione e la Resurrezione di Cristo”; nel secondo, una “Madonna con il Bambino in gloria ed i SS. Girolamo, Giovanni Battista, Rocco e Giovanni Evangelista”, sacra conversazione contornata da una “Pentecoste” e “Scene della predicazione degli Apostoli”; pregevoli opere dei ravennati Giovan Battista e Francesco Ragazzini. Ed ancora: due Crocifissi lignei (XIV-XV sec.); una tela seicentesca con “S. Carlo Borromeo” ed una “Pietà” attribuita a Paolo De Matteis. Interessanti una mal conservata Pietà lignea con influssi tedeschi ed una Madonna in trono con Bambino, statua fittile di scuola nocellese, entrambe del XVI secolo.