La Chiesa dei SS. Pietro e Paolo, la cui costruzione risalirebbe al XV secolo, è in pietra arenaria con la facciata a forma di croce, il campanile a vela con tre campane; è dotata di splendidi altari, con dipinti, di cui uno di scuola fiamminga, raffigurante la Madonna che dona il rosario a San Domenico.
Famosa in passato per un olmo pluricentenario di 12 metri di circonferenza, è custode di due delle più belle opere d’arte orafa del’400 abruzzese:
Bartholomucu (diminutivo di Bartholomeus) figlio o nipote di Bartolomeo di sir Paolo da Teramo nel 1416 firma il calice in argento dorato e smalti della parrocchiale di Cesacastina
Sul fusto compare la scritta: “BARTHOLOMUCU ME FECI DE TERAMO NARA DOCER ADUTI” mentre sotto il nodo: “ANNO DOMINI MCCCCXXVI NANNI LALLI FERRADINU.
L’altra opera è una pregevolissima croce processionale d’argento col marchio aquilano (AQL);
La Chiesa di S. Pietro e S. Paolo, sita in contrada Villa, è stata recentemente restaurata. Nel 1985 nella visita a Teramo di Giovanni Paolo II, il Santo Padre utilizzò per l’Eucarestia il calice. Nei giorni di festa le campane della chiesa vengono suonate a mano, secondo le antiche usanze.