Macchia Vomano Macchia Vomano è una frazione di Crognaleto sita a 868 metri s.l.m. Edificato lungo la cresta di un’altura con scenografica vista sul Gran Sasso, il borgo vanta origini antiche; le case, costruite in pietra, sono del XVIII e XIX secolo, ma sopravvivono anche edifici più antichi del XVI secolo. Fino circa al Quattrocento il centro abitato si era sviluppato più a monte, in località Vicenne sulla strada per Aiello, dov’era anche la chiesa medievale dedicata a S.Silvestro annessa ad un convento, oggi non più esistente. A seguito di un violento terremoto, forse quello del 1349, il piccolo borgo subì gravi danni ed i suoi abitanti si trasferirono chi più a monte, ad Aiello, chi più a valle, sistemandosi a Macchia Vomano. Qui venne costruita una piccola chiesa dedicata all’Annunziata, citata su alcuni documenti come Cappella appartenente alla Parrocchia di S.Silvestro di Aiello. Ricostruita successivamente più grande e divenuta parrocchia, rimase dedicata all’Annunziata, ma per devozione a S.Silvestro rimase dedicata anche a quest’ultimo santo.

L’abitato conserva un tessuto edilizio antico. Due case presentano la tipica loggia sulla scala di accesso al piano di abitazione: la prima, all’interno del paese, la seconda all’uscita del paese verso Aiello. In entrambe si notano le ammorsature degli spigoli con conci ben squadrati, le aperture di porte e finestre rinquadrate da cornici lisce; l’espediente di alleggerire l’architrave dell’ingresso principale con un finestrino rettangolare o con una centina in pietra ad arco ribassato come ad Aiello, Colle Pietralta, Cervaro. Questo tipo di architettura ha un confronto nella grande casa con loggia sulle scale di Aiello, posta simmetricamente in uscita dal paese in direzione Macchia Vomano e datata 1561.
In alcuni edifici di recente restauro appaiono rimessi in opera come architravi di finestra o mensole di balconi segmenti di fregi o di trabeazioni più antichi, dei quali almeno quello con bugne a decoro geometrico e fila di ovuli potrebbe provenire dalla diruta chiesa medievale di S. Silvestro, situata fra Aiello e Macchia Vomano, a cui sicuramente appartiene il trecentesco leone stiloforo in pietra, rimesso in opera su una scaletta, gemello di quello conservato ad Aiello.

La storia

Nella Visita Pastorale del 1575 la chiesa della Annunziata di Macchia Vomano è menzionata come una cappella della chiesa parrocchiale di S. Silvestro di Aiello.
Nel 1610 il rettore di S. Silvestro di Aiello dichiara, nel corso della visita pastorale di G. B. Visconti del lug. 29, che la sua chiesa è la curata di “Macchia” e che in prossimità di essa dimora l’eremita Berardino di “Macchia Roseti”.
Nel 1651 viene fondata la cappella di S. Antonio di Padova nella chiesa della Annunziata di Macchia Vomano.
Nel 1684 gli uomini del capo brigante Sante di Giovanni Lucidi, detto Santuccio di Froscia o Sciarretta, e del compagno di comitiva Titta Colranieri si fermano, l’apr. 23, a “Macchia”.
Nel 1700 P. di Orazio e C. Di Bartolomeo, nel 1703 F. Bonifazi, nel 1706 F. di Pietro, nel 1713 G. Nardi, nel 1743 P. D’Ambrosio stipulano, a Montorio, contratti di acquisto di terreni, in qualità di procuratori della confraternita del Rosario della chiesa parrocchiale della Annunziata di “Villa Macchia di Roseto”, la prima notizia della quale risale al 1614.
Nel 1799, una banda di briganti uccise don Giovanni Cesarini di “Villa Macchia Umana”, parroco di Poggio Umbricchio, e suo nipote Berardo, medico.
Intorno al 1806 il sindaco di Macchia Vomano Domenico Cesarini sostiene le spese per far fronte all’occupazione francese.
Dopo il 1813 Macchia Vomano, già parte del comprensorio di Montagna di Roseto del ducato di Atri, è annessa al comune di Crognaleto.