Senarica, adagiata su di un costone di roccia che si impone sulla gola del fiume Vomano, è una frazione del Comune di Crognaleto sita a 639 metri s.l.m. L’autoproclamazione a Repubblica di Senarica, intorno alla metà del XIV secolo, e la leggendaria alleanza con la Serenissima Repubblica di Venezia ne hanno fatto un caso storico-geografico pressoché unico, che ha incuriosito storici e studiosi per secoli.
Conferme e smentite illustri ne alimentano ancora oggi il mistero, ma di una cosa si è certi: che Senarica abbia vissuto, durante quasi cinque secoli di storia, vicende alterne che l’hanno distinta come uno dei centri più importanti dell’allora Abruzzo Ulteriore, corrispondente alle attuali province di Teramo e L’Aquila.
In uno spiazzo ai piedi del borgo sorge oggi la Chiesa dei SS. Proto e Giacinto, che ha sostituito l’antica chiesa trecentesca dedicata a San Proto. Restaurata nel 1998, ha copertura a capanna e sulla facciata in pietra a vista, oltre al semplice portale con architrave piano, si aprono due bifore poste lateralmente al portale ed un finestrone rotondo. Dalla parete posteriore si erge un campanile a vela per due campane, una delle quali molto più piccola dell’altra. L’interno è a navata unica e la copertura è con travature in legno a vista. Il presbiterio è sopraelevato di un gradino rispetto al resto.
Di fronte a Senarica si estendono i circa 70 ettari del famoso “Castagneto di Senarica”, dove imponenti castagni secolari producono “lu ‘Nzite”, una delle migliori qualità di marroni di tutto il centroIitalia. Con l’obiettivo di valorizzare l’importantissimo patrimonio naturale e umano, nasce nel 2001 la Pro Loco di Senarica che ogni anno, in autunno organizza la Festa della Castagna.
La storia
Adagiata naturalmente su di uno sperone di roccia che sembra voglia sbarrare la strada a chi risale il fiume Vomano, Senarica ha saputo profittare della sua posizione strategica per imporsi nei secoli come punto di riferimento per tutto il territorio montano. Infatti il piccolo borgo, che oggi conta una settantina di residenti, ha vissuto un passato glorioso quanto singolare. Anche se non completamente supportato da conferme documentate, sembra che nel 1343 la regina Giovanna Iª D’Angiò abbia concesso a Senarica il privilegio dell’autonomia, quale riconoscimento del valore dimostrato nel respingere l’avanzata delle truppe Viscontee, fu così che i senarichesi nominarono fra di loro i propri giudici, riconoscendo obbedienza solo alla corona, senza sudditanza alcuna verso famiglie nobili esterne.
Nei pressi di Senarica era ubicato il Castrum Podii Ramontis ormai “dirutum et inhabitatum” nel 1465 quando ne compaiono i feudatari Ciantò di Giovanni Filippo e Giacomo Antonio di Poggio Ramonte, che tenevano pure Poggio Umbricchio.
Il sito dell’abitato, esistente ormai da qualche secolo per essere già abbandonato alla metà del XV, non è esattamente precisabile, salvo che non sia identificabile con quello della Villa Senaricae. fino alla fine del Settecento era nota anche come Poggio Ramonte o Ramonti forse in ossequio ad un antico signore del luogo. Antico feudo di diritto longobardo, da valere in eterno”. Al di sotto di un balcone moderno si intravedono i resti di un antico balcone in legno, il gafio, caratteristico perché costruito con tecniche edilizie longobarde.